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La Storia di Monteriggioni

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Il territorio di Monteriggioni

.. appare al visitatore con tratti fisici estremamente differenziati al suo interno e senza segni marcati che lo differenzino dai comuni circostanti. Il visitatore attento noterà ben presto come attorno al rilievo di Monte Maggio siano presenti alcune piccole pianure come Pian del Lago e il Canneto (l’antico toponimo delle terre intorno ad Abbadia a Isola), mentre una serie di piccole valli formate da torrenti e ruscelli caratterizzano la parte centrale e orientale del territorio. Ma se la varietà di elementi fisici balza evidente ai nostri occhi, osservando più attentamente si nota come tale varietà si prolunga appunto nei comuni vicini, quasi senza soluzioni di continuità. Se si toglie infatti l’Elsa che fa da confine a nord-ovest e il crinale di Monte Maggio sul lato occidentale, gli altri elementi di confine risultano artificiali, frutto di vicende storiche e perciò non si può che concordare con Paolo Cammarosano quando in un brillante libro sulla storia di Monteriggioni, che richiameremo spesso, definisce Monteriggioni come uno spazio la cui "origine non (è) naturale, insomma bensì storica". Per questo motivo , per cercare di comprendere Monteriggioni è necessario attraversare le sue vicende dalla via Francigena, l’importante strada che collegava l’Europa centro settentrionale a Roma, alla fondazione dell’abbazia di Isola d’Arbia (1001), dalla costruzione del Castello di Monteriggioni da parte del comune di Siena (1213) e dalla sua resa a Cosimo dei Medici (1554), e infine il suo sviluppo successivo con tracce forse meno evidenti ma non meno importanti. Se le vicende più salienti e specifiche di Monteriggioni, legate al suo essere terra di frontiera con Firenze, si consumano soprattutto fino al Cinquecento, nel periodo successivo, in modo talvolta minuto e spesso frammentariato, assistiamo a grandi cambiamenti e modificazioni. Dai castelli medioevali alle ville rinascimentali (S.Colomba) e settecentesche (Basciano), dalla bonifica di Pian del Lago alla costruzione della ferrovia per Empoli con la galleria di Montarioso.

Tuttavia la presenza di segni medioevali forti, per tutti basti pensare alle torri di Monteriggioni, tendono a creare nell’immaginario collettivo una sorte di rappresentazione deformata o meglio limitativa dei caratteri storici di questo comune fermandosi al Medioevo come se, al di fuori di questo periodo, non ci fosse stato altro.

Eppure è proprio nel paesaggio ordinato, nell’intercalare di campi coltivati e di boschi, nelle vecchie viti rette ancora dei testucchi che ritroviamo i segni di una lunga attività che rappresenta la comunità silenziosa di questa terra: la mezzadria. È una storia silenziosa fatta nel Seicento e nel Settecento di quadri statistici, di carestie e di pestilenze, di numeri dietro cui, in questa zona come in tutto il senese, si nasconde il lavoro continuo delle masse senza voce (storica) dei contadini. Nell’Ottocento si sviluppa un interessante dibattito all’interno della comunità, il quadro si presenta più ampio o meglio abbiamo un maggior numero di documenti che esprimono le diverse tendenze politiche postunitarie, basti pensare al diario del parroco "papalino" don Merlotti e agli scritti del maestro socialista Veltroni Poderetti. Due cittadini i Monteriggioni che vedono e vivono in modo opposto la loro terra e che presenteremo proprio per mostrare la ricchezza di voci. Ricchezza che si presenterà anche nel dibattito sui confini nel Novecento dove troveremo sia nel sindaco ai primi del Novecento sia nelle sezioni del partito comunista a metà secolo la rivendicazione dell’autonomia di Monteriggioni rispetto al suo assorbimento nel comune di Siena. La prima guerra mondiale ha lasciato tracce di morti presso la popolazione, e nelle stele di pietra di molti borghi troviamo i nomi delle numerose vittime di un evento che si è consumato altrove, lontano. Diversamente è avvenuto durante la seconda guerra mondiale. Nel Monte Maggio, Casa Giubileo è stata teatro di un tragico episodio della lotta di Liberazione; dopo uno scontro a fuoco diciassette partigiani vennero catturati e poi, poco lontano, fucilati. Per ricordare quei giovani è stato recentemente ristrutturato l’edificio dove avvenne lo scontro a fuoco e aperta una Casa Vacanze con Laboratorio di Storia del territorio per i ragazzi di oggi. Il rapporto tra Siena e Monteriggioni è sempre stato complesso, sia per la nascita senese del Castello, sia per la nascita senese del Castello, sia per la proprietà fondiaria per lo più in mano ai senesi, sia infine per la vicinanza delle due comunità. Riflesso di questo intreccio è proprio la difficoltà di tratteggiare una storia locale autonoma, perché troppo sovente per spiegare le vicende di Monteriggioni, occorre risalire alla situazione senese. Questo continuo passaggio tra storia generale e storia locale può in qualche punto frastornare il lettore, soprattutto nella prima parte, ma è una difficoltà metodologicamente necessaria per poter spiegare i fenomeni che, nati a Siena, svilupparono i loro effetti nel territorio dell’attuale comune di Monteriggioni.

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